
Ricordi e pensieri (2)
by don Aurelio
..."Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?" (2 Sam 7,5) È importante ricordare, ovvero tornare al cuore della nostra esperienza ecclesiale.
“Aliud est meminisse, aliud scire: meminisse est rem commissam memoriae custodire, at contra scire est et sua facere quaeque (= le cose apprese) nec ad exemplar pendere (restar fermo) et totiens respicere ad magistrum.” (Seneca). .
Traduzione: "Una cosa è ricordare, un'altra sapere: ricordare è conservare un concetto affidato alla memoria, mentre sapere è fare proprie le cose apprese e non restare fermo al modello e voltarsi a guardare sempre al maestro" (Seneca). .
Quando noi accediamo alla memoria involontaria e inconscia, si aprono in noi dei mondi rimossi che all'improvviso rinascono e si svelano in tutta la loro prepotenza. Gradualmente si passa dal meminisse al scire. Questi momenti tra memoria e ricordo fondano la nostra identità personale e comunitaria. Certamente occorre una valutazione storica e teologica attraverso il riconoscimento di eventuali colpe e l'avviamento di un cammino di riconciliazione, con un atto di umiltà e di coraggio. Tra consenso e disagio si avverte il bisogno di una riflessione oggettiva, attraverso una indagine storica e un giudizio teologico. Occorre una purificazione della memoria per una valutazione del passato e per incidere nel presente. .
La Chiesa testimonia la sua fiducia nella forza della Verità che rende liberi (Gv 8,32) e schiude per tutti un nuovo domani. Questo ricordo non è soltanto memoria, cioè semplicemente il ricordo di un fatto passato, ma soprattutto memoriale, cioè, attualizzazione dell'evento in modo da renderlo contemporaneo a noi. Gli ebrei vivevano la loro Pasqua come memoriale-midrash dell’uscita dall’Egitto (Es 12,14): quindi è:
- ricordo-memoria di un fatto storico
- riattualizzazione di quell’evento
- conformazione della nostra vita a quel fatto storico (cfr. CCC 1363 e 1264)
- Una delle prime proposte dell'Ente pubblico di progettazione della nuova chiesa risale agli anni 1980-1990 sulla prima buca del Campo Golf. Il Comune e la Regione avevano progettato un ampliamento del Campo Golf verso S. Massimo e lo spostamento della Club House. Il Comune ha pagato la progettazione del piano particolareggiato di iniziativa pubblica del nuovo complesso parrocchiale, contemporaneamente alla costruzione di nuovi pozzi di acqua potabile che hanno reso inattuabili, per l'inquinamento della falda acquifera, le eventuali fondazioni, sia con micropali sia a platea. Alla fine dell'iter progettuale, questa ipotesi è stata dichiarata irrealizzabile da una perizia di un luminare nella scienza geologica dell'Università di Genova: la sua identità nominale interpretava molto bene lo sconforto della parrocchia di S. Anna per l’impossibilità costruttiva per varie ragioni, ma soprattutto a causa della vicinanza "all'Acqua e Gas".
- Fin dagli anni 1960 al 2000, il Comune ci ha indicato, secondo la disciplina urbanistica statale dei servizi religiosi e della Legge Regionale del 24 gennaio 1985 n. 4, diverse aree per costruire un nuovo complesso parrocchiale come opera di urbanizzazione secondaria: negli anni ’60 un'area in Via Sciesa e Via Speri, quindi sulla prima buca del Campo Golf, poi in Via priv. Luisa tra Via Toti e via Rizzo (dietro Via Baracca) e infine nell’area ex Salem, sede definitiva e attuale. Siamo grati al Signore, alla Chiesa diocesana, alla parrocchia per la realizzazione dell'attuale nuovo complesso parrocchiale che permette una programmazione unitaria (non uniforme) della pastorale cittadina: nel Tigullio le città hanno tre o più parrocchie, pur avendo meno abitanti della città di Rapallo.
- Abbiamo bonificato, secondo la normativa vigente, un sito molto inquinato, dando come garanzia al Comune una fideiussione e la "supervisione" dell'Università di Genova: l’inquinamento è una grave minaccia per la salute umana.
- La parrocchia ha acquistato l’area "ex Salem" con i relativi volumi edificati: il 40% circa della volumetria non è stato riedificato per realizzare un giardino per l'aggregazione sociale, che ha incrementato il valore commerciale dei condomini attorno, rispetto alla situazione precedente. La costruzione di 150 box ha dato seriamente una mano per affrontare il problema dei parcheggi.
- Prima di iniziare questa iniziativa, il Tribunale di Chiavari ha redatto un "Accertamento tecnico preventivo" con le relative perizie e fotografie degli appartamenti attorno. In corso d’opera, il Tribunale di Genova ha imposto alle assicurazioni della ditta alla quale sono stati appaltati i lavori il risarcimento di tutti i danni, anche per coloro che non avevano aperto l’appartamento per le fotografie dell’ingegnere del Tribunale, pur sapendo che non potevano aver diritto a pretendere il risarcimento. Tutti i danneggiati, presunti e veri, hanno sottoscritto la quietanza liberatoria che attesta l'accettazione del risarcimento. Il Tribunale di Genova, al termine delle vertenze giudiziarie, non ha chiesto alcun risarcimento alla parrocchia, ma soltanto alle assicurazioni della ditta che aveva in appalto i lavori.
- Il Giudice della Corte di Giustizia tributaria ha dato ragione alla parrocchia, ingiustamente accusata di comportamento speculativo. La parrocchia ha sempre pagato tutto ciò che è previsto dalla normativa vigente del sistema tributario, anche l’IVA dopo il fallimento di una ditta.
- La parrocchia ha pagato oltre 300.000 euro attraverso un bonifico per gli oneri di urbanizzazione relativamente alla costruzione dei box: non è stata concessa la rateizzazione prevista per legge e nemmeno l’utilizzo degli oneri per l’urbanizzazione e la realizzazione del giardino con destinazione pubblica.
- La parrocchia ha subito numerose controversie giudiziarie e il Tribunale, con provvedimento giudiziale, ha sciolto il blocco per sequestro preventivo dei beni mobili e immobili. Purtroppo, i propugnatori e promotori delle cause presso il Tribunale hanno tardato a togliere la trascrizione del provvedimento assolutorio presso la Conservatoria di Chiavari dei "registri immobiliari", costringendo il Parroco ad amministrare personalmente i lavori del cantiere.
Fedeltà per la Chiesa significa cambiamento continuo…
Il dialogo tra continuità e discontinuità è il cuore pulsante di ogni autentica comprensione della tradizione. Non si può pretendere di comprendere questo ultimo secolo di storia rapallese, facendo riferimento esclusivamente al bagaglio tradizionale ormai obsoleto di idee e convinzioni soggettive, senza pensare e senza confrontarci con nuove opinioni in un nuovo orizzonte urbanistico ed ecclesiale.
Occorre far dialogare il "noi collettivo della Chiesa" di oggi e ciò che ci è stato tramandato. "...I tempi cambiano... noi siamo i tempi", come ha ricordato di recente Papa Leone XIV, citando Sant'Agostino.
Come Chiesa intendiamo trasmettere la fede e ripensare la coscienza credente alla luce del presente. Auspico per il futuro un sereno e continuo dialogo tra le esperienze del passato e quelle del presente. Prendiamo sul serio quello che ci è stato tramandato, ma allo stesso tempo lasciamo che le nuove intuizioni arricchiscano la nostra comprensione della stessa fede. Il nostro "oggi" è importante quanto lo "ieri".
Progettare e realizzare un nuovo complesso parrocchiale significa soprattutto "guardare avanti", e non soltanto "volgere lo sguardo al passato": HOMO VIATOR SPE ERECTUS.
Nella Chiesa, per essere fedeli a Dio e all'uomo, occorre una continua capacità di cambiare, vincendo la forza centripeta dei propri interessi e visioni individuali (uscendo dal recinto) e facendo spazio per l'Altro.
2025-09-23