
Ricordi e pensieri (1)
by don Aurelio
Soprattutto in questo periodo nel quale sono in pensione, mi capita di ‘fare memoria’ dei modi e delle circostanze in cui Dio si è fatto presente nella vita mia e della comunità. La fede è un cammino che deve fare memoria costante ‘delle cose belle’ che Dio ha compiuto in questi anni e anche degli ostacoli, dei rifiuti, perché Dio "cammina con noi e non si spaventa delle nostre cattiverie" (Papa Francesco).
La costruzione della comunità di Sant'Anna, la progettazione e la realizzazione del nuovo complesso parrocchiale sono certamente ‘un Kairòs’, un dono, un miracolo del Signore, affidato alla nostra corresponsabilità. Fa bene al cuore fare memoria di questo percorso per dire a Dio ‘Grazie’: grandi cose il Signore ha fatto nella vita di ciascuno di noi e della nostra comunità.
Umanamente, tendiamo a rimuovere i ricordi problematici e a valorizzare le esperienze gratificanti. Sono meccanismi consci e inconsci. Quante persone ci hanno donato amore e quanti ci hanno liberato dall’angoscia. Tuttavia, se facciamo fatica ad esercitare la memoria del passato, rischiamo di costruire un futuro debole e frammentato, rimanendo eternamente adolescenti e immaturi, imprigionati dai sogni e lontani dalla realtà. La memoria storica è ‘vitale’, ha scritto Cesare Pavese nel suo libro ‘Il mestiere di vivere’, in un’epoca in cui il fascismo esaltava il passato in modo retorico. Oggi, purtroppo, il ricordo è sempre più raro.
Nella Bibbia, ‘ricordare’ (in ebraico ZAKA’R) ricorre 250 volte. Dio si ricorda di Noè (Gen 8,1), di Abramo (Gen 19,29), di Rachele (Gen 30,22), della schiavitù egiziana (Es 2,24), ecc. Anche l’uomo ‘si ricorda’ (cfr. Deuteronomio, tradizione profetica e il Salmo 104). Nel Nuovo Testamento si fa memoria della misericordia di Dio nel ‘Magnificat’, nel ‘Benedictus’, nella Pasqua e nell’Eucaristia come ‘MEMORIALE’.
In questi giorni ho meditato:
- ‘Ricordati di tutto il cammino’ (Dt 8,2)
- ‘In memoria di me’ (1 Cor 11,25)
- Salmo 105
La paternità di questa iniziativa era ostentata pubblicamente (e segretamente contrastata) nei periodi elettorali… Gli antichi avevano ragione: ‘Mater semper certa, pater numquam’. È penosamente umiliante indagare sui rapporti con chi non era d’accordo riguardo a questa iniziativa: ‘exceptio plurium concubentium’… Abbiamo sofferto l’assenza di paternità (sulla moralità delle presunte e ostentate maternità sorvoliamo…), soprattutto appena sono apparse difficoltà progettuali e imprevisti costruttivi.
Dobbiamo ricordare la richiesta di una convenzione con il Comune per la destinazione pubblica del giardino, con la promessa di un significativo contributo finanziario per la parrocchia. Per molto tempo, ogni quindici giorni, l’Amministrazione comunale con i suoi tecnici, insieme a quelli della parrocchia, si è radunata nella sede provvisoria dell’ufficio tecnico comunale (quella ben nota in Piazza delle Nazioni era chiusa per ristrutturazione) presso l’Istituto Emiliani, in alto sopra la caserma dei carabinieri: una sede profetica, perché sarà acquistata prossimamente dal Comune. Eravamo una ventina di partecipanti.
Purtroppo, dopo un lungo e faticoso impegno, la ‘bozza di accordo’ è stata annullata perché un revisore dei conti ha bocciato l’iniziativa. Ci siamo lasciati in silenzio, come al termine delle celebrazioni del triduo della Settimana Santa. Alla parrocchia è rimasto il dovere di pagare ‘lo studio Acquarone di Genova’ e i suoi tecnici. Il promesso contributo comunale è stato utilizzato per ristrutturare ‘le scuole rosse di Via Frantini’ e per la realizzazione della fognatura di San Maurizio di Monti.
Dobbiamo anche ricordare il cambiamento della destinazione d'uso dell'area ‘ex-Salem’ da industriale a commerciale (in pubblico si parlava di zona verde per la città, in privato si organizzava la speculazione). L’acquisto da parte della parrocchia con destinazione abitativa ha comportato il pagamento dell’ICI (attuale IMU). I volumi edificabili che la parrocchia ha acquistato, per un 40% circa, sono stati abbattuti per realizzare il giardino aperto al pubblico che tutti oggi apprezziamo.
Abbiamo bonificato quell’area inquinata, secondo la normativa vigente, con costi immaginabili, dando concrete garanzie con fideiussione e coinvolgendo l’Università di Genova. Abbiamo smaltito il tetto delle baracche in amianto-eternit e portato in discariche specializzate il terreno inquinato: un metro e mezzo per 5000 mq di superficie. Purtroppo, abbiamo dovuto affrontare quotidiane contestazioni di alcuni cittadini che coinvolgevano autorità pubbliche e forze dell’ordine per eventuali controlli, i quali hanno sempre constatato la legalità e l’opportunità dei lavori eseguiti. Siamo lieti di aver bonificato l’amianto e l’inquinamento del terreno a beneficio della salute pubblica e abbiamo realizzato un complesso parrocchiale con giardino che valorizza commercialmente i condomini attorno e rende la nostra città sempre più bella, almeno in questa zona di urbanizzazione secondaria.
Prossimamente daremo altre informazioni. I ricordi contribuiscono a modellare l’identità nostra e della comunità.
2025-09-15