
Il mistero del male
by don Aurelio
Alcuni omicidi avvenuti in famiglia ci hanno molto colpiti e terrorizzati per la loro mancanza di controllo e, apparentemente, di senso, lasciandoci senza risposte. Tuttavia, possiamo farci alcune domande.
Abitiamo un sistema di vita con milioni di telecamere e, attraverso lo smartphone che abbiamo in tasca, siamo rintracciabili in ogni momento. Ci sono però profondità nell’animo di ognuno di noi che nessuna telecamera è capace di esplorare, nessun sistema educativo, nessuna consulenza spirituale e nessuna forza di polizia è in grado di prevenire. In ognuno di noi ci sono abissi ignoti. Anche noi sacerdoti ci rendiamo conto di non avere le chiavi per comprendere tutto. Siamo drammaticamente testimoni di dolori incontenibili e spesso incomprensibili.
La televisione e i social testimoniano che il male incuriosisce e stupisce. Per uccidere occorre un forte coinvolgimento emotivo. La violenza in famiglia è lo zoccolo duro. La storia ci propone Tucidide e la peste di Atene, Boccaccio, la peste di Milano alla fine del Settecento: perché durante una pandemia i crimini aumentano?
Una vittima su tre viene uccisa da consanguinei in delitti familiari (cfr. report Istat): sono 2.110 gli omicidi in famiglia censiti tra il 2012 e l’1 agosto scorso, il 43% del totale degli omicidi (4.912). Il Nord è più a rischio. Il coltello è l’arma più usata. La maggior parte delle vittime vive una esperienza di coppia. L’EURES, nel rapporto sugli omicidi in Italia, conferma che la famiglia è l’ambito principale, con il 51,5% [dei casi]. Consigliamo di dare un'occhiata al corso di formazione sugli "omicidi in famiglia" della Associazione Italiana di Psicologia Giuridica.
La nostra è una riflessione doverosa tra passato mitico e attualità mediatica. Da Caino e Abele, l’omicidio in famiglia non è una novità. I miti della cultura greca ci presentano i parricidi di Cronos e Zeus, la vendicatrice Medea, icona di tutte le madri assassine: sono archetipi, modelli originali.
In riferimento agli ultimi fatti di cronaca, scegliamo un atteggiamento di riflessione e di silenzio, in ascolto di persone "competenti", ma lontano dal clamore dei media. Forse qualcuno può consolarsi constatando che in Italia i livelli di omicidi sono più bassi rispetto al resto d’Europa.
Per migliorare la prevenzione, bisogna basare il futuro dei giovani su una buona educazione e cultura di convivenza civile, di rispetto delle regole, in una società che non può continuare ad essere buonista. Certamente i serial killer sono il prodotto di un'infanzia caratterizzata da violenze fisiche e psicologiche. Provengono da famiglie "pluriproblematiche":
- Padri periferici, con relazioni coniugali interrotte per immaturità e incompetenza psicosociale.
- Nella scuola subiscono il modello del capro espiatorio e del bullismo.
- Subiscono l’isolamento sociale e difficoltà di apprendimento. Manifestano danni neurologici, comportamenti irregolari, problemi con le autorità, crudeltà verso gli animali, furti e abusi di stupefacenti.
2025-09-05