I Padri del deserto
by don Aurelio
Tra il III e il IV secolo dopo Cristo, Costantino aveva restituito ai cristiani il diritto di esistere, dopo l’esperienza delle catacombe. Mentre i cristiani di Alessandria, di Costantinopoli e di Roma rientravano nella normalità sociopolitica, alcuni asceti scelsero il silenzio nei deserti di Scete, di Nitria, di Palestina e di Siria. I discepoli raccolsero alcuni “detti” che avrebbero solcato, come bolidi infuocati, il cielo sazio e disperato della nostra società del “benessere-malessere”. È pervenuta fino a noi oggi la loro testimonianza di silenzio, digiuno, canto dei salmi e lavoro manuale. La loro testimonianza dell’hesychia, cioè della quiete divina o santa impassibilità - l’esicasmo come calma, pace, tranquillità, assenza di preoccupazione - è giunta fino a noi oggi. FUGE, TACE, QUIESCE: fuggi, taci e riposa… Solitudine, silenzio e pace interiore. I detti dei Padri del deserto sono parole trascritte dopo una lunga tradizione orale, spesso in risposta a domande poste dai discepoli che desideravano abbracciare una vita di fede e di preghiera. Vi propongo alcuni detti dei Padri del deserto da meditare:
- Se il tuo pensiero dimora in Dio, la forza di Dio dimora in te.
- Sopporta l’afflizione per il nome di Gesù con umiltà, mostra davanti a Dio la tua debolezza e Dio diverrà la tua forza.
- Sopporta ogni uomo come Dio ti sopporta.
- È meglio scegliere il silenzio totale di fronte al pettegolezzo, perché mentre tu dici il bene, viene anche il male.
- In ogni momento ci si deve ricordare della morte, per essere costantemente davanti a Dio.
- Come si deve pregare? Io, quando prego, parlo così: “Signore, accordami di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho amato il peccato.”
- Nella preghiera non è necessario parlare molto, ma stendi le mani e di’: “Signore, abbi pietà di me. Come Tu vuoi, come Tu sai.”
- Non fare mai nulla senza pregare e non avrai mai rimpianti.
- Qual è la preghiera ideale? Quella che è breve in parole e grande in opere.
- Chi risponde prima di aver ascoltato fa una sciocchezza. Parla se sei interrogato, altrimenti taci.
- Accompagna con il silenzio la xeniteia, come esilio volontario, come estraneità dal mondo, per concentrarti sulla ricerca di Dio e per raggiungere l’hesychia, che è la quiete interiore.
- Fuggi, taci e pratica l’hesychia, che è la pace interiore, attraverso l’esicasmo, che è la pratica cristiana volta a ricercare la pace interiore e l’unione con Dio attraverso la contemplazione.
- A cosa mi serve piacere agli uomini, se irrito Dio?
- Il silenzio è pieno di vita, ma la morte è nascosta nelle nostre chiacchiere.
- Sii come un cammello: porta il carico dei tuoi peccati e, attaccato alla briglia, segui i passi di colui che conosce le vie di Dio.
2025-10-30