Occuparsi senza preoccuparsi per non perdere la pace oggi

by don Aurelio

La frase: ‘Preoccuparsi troppo non ti porta via i problemi di domani. Ti porta via la pace di oggi’ tocca corde profonde della nostra condizione umana, intersecando la sfera della psicologia e della religione. Da un lato, sottolinea l’impatto psicologico negativo della preoccupazione eccessiva; dall’altro, richiama principi spirituali che invitano alla fiducia e alla serenità nel presente.
La preoccupazione è, in sostanza, un’ansia anticipatoria. È una reazione naturale dell’essere umano, un meccanismo di difesa che ci spinge ad anticipare potenziali problemi futuri. Tuttavia, quando diventa eccessiva, le conseguenze possono essere deleterie per la nostra salute mentale e spirituale. È la mente che proietta se stessa nel futuro, immaginando scenari negativi e amplificandoli. Questo meccanismo cognitivo, sebbene possa essere utile in piccole dosi per pianificare e risolvere problemi, se diventa eccessivo può paralizzare e generare stress. Preoccuparsi spesso genera un circolo vizioso: più si pensa a un problema futuro, più si alimentano la paura e l’ansia e, di conseguenza, si diminuiscono le capacità di affrontare efficacemente la situazione che crea inquietudine. La preoccupazione eccessiva è legata ai disturbi d’ansia. Questi disturbi possono manifestarsi con sintomi fisici come insonnia, tensione muscolare e affaticamento, influenzando negativamente la qualità della vita, in quanto attivano pensieri irrazionali o automatici negativi.
La preoccupazione eccessiva intacca la qualità della vita, compromettendo il sonno, l’appetito, le relazioni interpersonali e una serena appartenenza ecclesiale in un orizzonte di fiducia nella paternità provvidenziale di Dio. La nostra fede cristiana e molte religioni ci incoraggiano ad affidarci a Dio, che dona alla nostra vita un significato non deludente. È importante per noi credenti vivere il presente come un dono, senza lasciarci sopraffare dall’ansia per il futuro, in un orizzonte di ‘mindfulness’ e di gratitudine. La nostra fede favorisce un atteggiamento di accettazione della volontà divina e di distacco interiore dai beni materiali e dai risultati umani a ogni costo. La psicologia e la religione possono offrirci strumenti complementari per affrontare la preoccupazione e per gestire l’ansia.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che la spiritualità, la meditazione, la preghiera e la partecipazione alla comunità ecclesiale possono ridurre lo stress, l’ansia e la depressione. Preoccuparsi troppo non ti porta via i problemi di domani. Ti porta via la pace di oggi. Tutte le religioni affrontano il tema della preoccupazione e dell’ansia, e anche la cultura influenza il modo in cui le persone affrontano la preoccupazione, spesso in un orizzonte di spiritualità.
Tuttavia, quando questo meccanismo di difesa per anticipare potenziali problemi futuri diventa eccessivo, può essere deleterio per la nostra salute mentale e spirituale. Per noi credenti, la preoccupazione eccessiva è vista come un ostacolo alla pace interiore. Gesù nel vangelo ha detto: ‘Non preoccupatevi del domani’ (Matteo 6,34). Nel Buddismo, la pratica della consapevolezza (mindfulness) insegna a vivere nel momento presente. L’ansia per il futuro è vista come una fonte di sofferenza inutile. La psicologia e la fede sottolineano l’importanza di vivere nel presente e di avere fiducia nel futuro (Gesù è Kyrios e Signore della storia umana), con un atteggiamento di conforto e di speranza.


2025-05-22