Bisogna avere radici forti per non andare dove tira il vento

by don Aurelio

Bisogna avere una base solida per affrontare le sfide e i cambiamenti della vita. ‘Le radici forti’ rappresentano, in questo contesto, un insieme di valori, esperienze e identità personali che fungono da bussola interna, aiutando l’individuo a navigare in un mondo complesso e in continua evoluzione.
Erik Erikson, noto per i suoi studi sullo sviluppo psicosociale, sostiene che una solida identità è cruciale per il benessere psicosociale. Le persone con radici profonde, che si tratti di legami familiari, culturali o spirituali, sono meno suscettibili alle pressioni sociali. In assenza di queste radici, gli individui rischiano di diventare vulnerabili a influenze esterne, seguendo ciecamente le tendenze o conformandosi alle aspettative altrui, proprio ‘dove tira il vento’.
Le radici non sono esclusivamente personali, sono anche sociali. Vivere in una società frammentata e globalizzata può creare un senso di alienazione e spaesamento. Le radici sociali, come la connessione con la famiglia, la comunità locale e la cultura, forniscono un senso di appartenenza e stabilità. In mancanza di questi legami, gli individui possono sentirsi persi, come foglie al vento.
Le radici forti non implicano rigidità, ma piuttosto flessibilità con un centro stabile. La resilienza, intesa come la capacità di adattarsi senza perdere la propria essenza, è una qualità che emerge da una base solida. Un individuo resiliente può affrontare i cambiamenti senza essere sopraffatto, rimanendo fedele ai propri valori e obiettivi.
Le radici hanno talvolta un valore profondamente simbolico, associato alla fede, alla parola di Dio e all'appartenenza alla comunità ecclesiale. Da un punto di vista spirituale avere radici forti significa essere saldi nella propria relazione con Dio e nella fedeltà agli ideali evangelici, anche di fronte a tentazioni e avversità. La Bibbia frequentemente sottolinea l’importanza di essere radicati nella fede. Ad esempio, nel vangelo di Matteo (7,24) Gesù parla di costruire la propria casa sulla roccia, anziché sulla sabbia. Questa metafora riflette il bisogno di una base solida per resistere alle tempeste della vita. Le radici spirituali forti offrono una guida morale e un rifugio nei momenti difficili.
La chiesa è spesso vista come un albero con radici profonde. I credenti, come rami, traggono forza da queste radici comuni, che rappresentano la parola di Dio e l’appartenenza alla comunità ecclesiale. S. Paolo, nella lettera agli Efesini (3,17), esorta i fedeli ad essere ‘radicati e fondati nell’amore’. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, avere radici forti non significa essere immobili o chiusi al cambiamento, ma essere dinamicamente aperti con speranza al futuro di Dio. Radici forti permettono di affrontare il vento delle difficoltà e delle influenze esterne senza perdere l’identità personale e la propria missione nel mondo. Invece viviamo una bulimia collettiva: agghindiamo i nostri bimbi con abiti sempre nuovi, con incessanti tour de force nei centri commerciali. Per i ragazzi la moda è tutto: mille volte più importante dei pensieri. Questi prodotti tessili sono raddoppiati dal 2000 (schiavitù di 50 milioni), costringendo tanti ragazzi che lavorano con sfruttamento del lavoro e dei salari disumanamente senza contratto (prassi vergognose e immorali), con trattamenti pericolosi per la salute (cfr. il crollo del Rana Plaza).
Tutti coloro che hanno a cuore l’autentico umanesimo sappiano riscoprire, apprezzare e difendere il ricco patrimonio culturale e religioso di questi secoli (Papa Benedetto XVI). O Gesù Cristo era un pazzo scatenato, oppure aveva ragione ed è all’origine della civiltà occidentale e orientale. Cercare le radici della nostra civiltà significa rintracciare l’origine e l’identità stessa di ‘persona’, senza dimenticare le sue radici religiose, per non rischiare la promozione di uno sviluppo disumanizzato.


2025-06-16