Gestire i conflitti per vivere meglio

by don Aurelio

Nei corsi per fidanzati e per le giovani coppie, ho sempre dedicato ampio spazio alla gestione dei conflitti. Ho cercato di aiutare i giovani a non temere i disaccordi, ma a comprendere che, pur non potendoli evitare, possiamo imparare a "gestirli". Dobbiamo ammetterlo: i conflitti ci fanno paura. Eppure, la vita stessa è intessuta di conflitto.
Il metodo più efficace che possiamo suggerire è il dialogo: ascoltare e comprendere il punto di vista dell'altro. Le cause più importanti di scontro sono spesso le divergenze di interessi e il rancore, la rabbia, la paura, la vergogna per non sentirsi apprezzati, il senso di inadeguatezza e di ineguale distribuzione del potere.
È fondamentale affrontare i conflitti anche all'interno della Chiesa in questi tempi post-cristiani. Questo non significa che il cristianesimo sia scomparso, ma che è cambiato un certo modo di essere cristiani oggi. L'esperienza cristiana non sta morendo, ma si sta trasformando, allontanando ogni forma di letargia e pessimismo.
Anche la Chiesa sta attraversando un'evidente crisi di credibilità. Come dicono gli ebrei, forse abbiamo fallito nel "midrash", cioè nell'adattare il testo biblico ai nostri tempi, nell'attualizzare la Scrittura ai giorni nostri, con una dottrina forse un po' stanca in un'epoca di così grandi cambiamenti. Certamente, dobbiamo sbarazzarci del vicolo cieco del clericalismo. Eppure, ogni crisi nasconde una buona notizia (cfr. Amoris Laetitia n. 232). Oggi i confini tra il credere e il non credere si sono fatti più labili e porosi (cfr. Salvarani).
Il conflitto è una divergenza in cui si tende a imporre agli altri il proprio punto di vista. È uno stato di tensione e una situazione relazionale problematica. Ed è vero, i conflitti sono inevitabili: Karl Marx diceva: "Non vi è progresso senza conflitto". Abitare i conflitti significa imparare a convivere con situazioni conflittuali. Risolvere i conflitti significa trovare soluzioni capaci di superare la crisi (Cfr. Evangelii Gaudium n. 226).
Occorre "evangelizzare" i conflitti: non estromettere Dio, mettendoci noi al suo posto. Il perdono e la correzione fraterna aiutano a condividere in un clima di carità anche il negativo, che può diventare una grande forza di maturazione: dialogo, preghiera e rispetto dell'identità di coloro che sono accanto a noi (Gaudium et spes n. 92).
Papa Francesco ha detto: "Chi ha il cuore spezzato in mille frammenti difficilmente riuscirà a costruire una pace sociale" (Evangelii Gaudium n. 226 e 229).

Consigli per una convivenza serena
  • Allontaniamoci dalle persone che vogliono dividere e che accentuano sempre il negativo
  • Stiamo distanti da chi ama parlare male degli altri e ama le polemiche
  • Avvicinatevi a chi sa ascoltare, ama il dialogo ed evidenzia sempre gli aspetti positivi
  • Per dormire tranquilli, prima di sera spegnere i conflitti: il sole non tramonti sulla nostra ira
  • L'ironia, da tagliente, non diventi offensiva: non dobbiamo farci beffe di chi non la pensa come noi
Le comunità ecclesiali, quando si mondanizzano, diventano più mondane del mondo stesso (cfr. Conflitti sinodali in Germania...).


2025-06-01