Autostima e affettività s’imparano in famiglia

by don Aurelio

All’interno della famiglia il bambino coglie la dimensione fisica, emotiva, psicologica e spirituale ed è aiutato dalla stima che i genitori hanno di lui e che egli ha di loro.
I genitori spesso sperimentano un senso di crisi quando i figli entrano nella preadolescenza. Molto utili in questo accompagnamento dei figli, sono alcuni libri della Editrice S.Paolo, come quello sull’affettività dello psicologo Massimo Bettetini del 2014. L’educazione all’affettività sviluppa l’intelligenza emotiva e l’empatia. In passato questi argomenti erano ritenuti tabù. Oggi non possiamo ridurli a una informazione sulla sessualità, e gli educatori non devono mai sostituirsi ai genitori.
Nella famiglia, però, i figli devono respirare l’amore tra mamma e papà e l’amore dei genitori verso di loro. Bisogna sempre incoraggiare un approccio positivo e sereno all’affettività. Gli adulti, soprattutto gli insegnanti, i catechisti e gli animatori sportivi e del tempo libero devono essere un modello positivo. Occorre educare all’empatia, promuovendo rispetto, ancor più in caso di separazione e di divorzio quando il bambino esprime aggressività, con sensi di colpa, sentendosi cattivo e umiliato: mai prevalga l’angoscia e l’odio sull’amore.
Ovviamente nella famiglia, ma anche nella scuola, bisogna migliorare l’educazione sessuale e affettiva. Recenti fatti di cronaca nera e di femminicidi hanno fatto emergere questa necessità e urgenza. Non è obbligatorio per legge: ogni istituto si organizza come crede meglio. Sempre con incontri partecipativi, non con lezioni frontali (esclusivamente informativi), ma attraverso il dialogo tra gli studenti. La programmazione dei contenuti e del metodo deve sempre essere concordata e condivisa tra insegnanti e genitori.
L’educazione socio-affettiva è un processo educativo che si occupa di atteggiamenti, sentimenti, credenze ed emozioni promuovendo la loro autostima. Non si può trascurare l’orizzonte cristiano sia per analizzare i problemi sia per far emergere le prospettive di soluzione. Parlando di amore, l’approccio cristiano si rivolge a tutta la persona come totalità di anima e corpo. Mai presentare il sesso come un’energia (eros) senza logos (ragionevolezza), senza affettività (filia) e senza regole morali. Certamente occorre superare gli stereotipi del passato. Potrebbe essere illuminante riprendere in mano i primi tre capitoli del libro biblico della Genesi che presentano l’uomo e la donna ‘a immagine e somiglianza di Dio’.
Famiglia, scuola e chiesa devono prendere coscienza dell’urgenza di un impegno nuovo coordinato a livello di formazione affettiva, in un tempo come il nostro pervaso da un forte e diffuso relativismo morale, in un contesto socioculturale che ‘banalizza’ la sessualità umana perché la vive in modo riduttivo e impoverito. L’educazione spetta soprattutto alla famiglia che è una scuola di umanità più ricca. Il papà e la mamma sono i primi educatori ad ogni livello, anche nella educazione alla fede, che non possono delegare alla parrocchia. Fin dalla nascita l’affetto e la stima reciproca che si vivono nella famiglia sono necessari allo sviluppo armonico del bambino. La voce dei genitori e degli educatori della comunità cristiana spesso è oggetto di critiche, di disprezzo e di giudizi sommari; questo ovviamente non significa che la proposta cristiana sia improponibile.
Vi invito ad aprire il catechismo della Chiesa Cattolica: ‘La vita in Cristo’, Parte terza, Sezione seconda: I dieci comandamenti. Capitolo secondo: ‘Amerai il prossimo tuo come te stesso’. Articolo sesto dal n. 2331 al n. 2400.


2025-04-29